Lunedì, 26 di Giugno di 2006
Il mio primo viaggio in moto
IL GIRO DELL’ADRIATICO
In 4 giorni e 1/2 + 1 spettacolo
di e con Luigi Sicuranza
Dedicato a chi sogna di fare il giro del mondo
PREMESSA:
Era una vita che volevo partire con la moto ; altre passioni e altre esperienze avevano relegato nel cassetto questo sogno. Non avevo nemmeno avuto la fissa dei motori da giovane, come i miei coetanei, e ho sempre usato le due ruote (garellino, ciao, vespa 125, cagiva ala rossa 350, skipper 150) solo per gli spostamenti in cittĂ . .
Quando nel 2000 comprai una vera moto (bmw 650 gs) volevo partire.
Sembra facile partire:
mia moglie non ama la moto, i miei amici o non ce l’hanno o non gli interessa.
Non amo i gruppi (“non entrerei mai in un club che mi accetti come socio” Gaucho Marx o Woody Allen?) e ho paura a partire da solo.
Così rimando, e più rimando, più il pensiero si fa insistente fino a che decido di incastrarmi.
Annullo tutti gli impegni (meno 1) per un fine settimane di maggio e inizio a organizzarmi: tagliando della moto, borsa da serbatoio, cartine stradali, tessera ACI, informazioni prese da internet sui paesi da attraversare … si, ma quali?
Vado in Albania.
“Ma cosa ci vai a fare in Albania ?” tutti quelli a cui lo dicevo rispondevano così “E’ pericoloso e poi ti ruberanno la moto!”. Ho sempre rifiutato i luoghi-comuni e le prevenzioni. Mi hanno sempre affascinato le estremità , sia nei viaggi che ho fatto sia negli sport che ho praticato, e l’Albania mi sembrava così vicina e nello stesso tempo lontanissima.
In effetti è un paese dimenticato: il libraio, a cui chiedevo una guida turistica sull’Albania, mi rispose che non ne esistevano di pubblicate in italiano. Comunque vado!
Mancano pochi giorni alla partenza. Non sono mai partito da solo, anche se ho fatto viaggi avventurosi (e mai con agenzie) con amici o con la famiglia, e questo mi inquieta; non sono neanche esperto di meccanica e l’idea di un guasto o di un incidente mi preoccupa. In più mi sono anche complicato la vita accettando un contratto per uno spettacolo per giovedì sera a Ponzano Veneto. Avrei potuto arrivare, pur partendo la sera, a Trieste ed invece arriverò a Vittorio Veneto (a dormire da Alessio) nelle notte e stanchissimo. Sono agitato.
GIOVEDI 25 MAGGIO 06 ore 15
S. DONATO IN COLLINA (FI) – VITTORIO VENETO KM 370
La moto è pronta:
borsa da serbatoio con cartina, zaino legato con ragno nel sedile posteriore.
Filippo è pronto con il furgone per lo spettacolo.
Saluto le mie figlie e parto.
C’e il sole e sono stranamente rilassato: mi godo il tratto autostradale dell’appennino, che in furgone mi ha sempre molto stressato. Supero piano piano una coda di 5 km e mi sento ganzo ; in un attimo sono lanciato sulla Bologna-Padova. Sono euforico: sono partito con la moto e da solo, non importa dove arriverò, già essere partito è un successo.
Lo spettacolo è più facile del previsto, una ottantina di svedesi in una stupenda villa a Ponzano Veneto.
Alle 23 saluto Filippo, che se ne torna a casa con il furgone.
Ora sono proprio solo ed è buio e fa freddo, ed io sono ancora sudato. Speriamo di arrivare presto da Alessio.
VENERDI 26 MAGGIO 06
VITTORIO VENETO – BOSKA VODA (Croazia) KM 655
Non riesco a partire prima delle 9: un caffè con Alessio, la sistemazione dei bagagli e via.
Autostrada velocissima fino a Trieste ed in breve sono in Slovenia: è la prima volta che esco dall’Italia con la moto e mi sembra tutto molto naturale. Attraverso la penisola istriana e in 1 ora sono a Rjeka: sto bene e tutto fila liscio … ma un incidente in galleria alle porte della città costringe tutti all’attraversamento della città : 1 ora nel traffico con la mano sinistra stanca per la frizione ed il caldo che fa sudare. Comincio a pensare che sarà lunga e comunque non mi pongo obblighi: guiderò fino a che ne ho voglia. La vista del mare mi accompagna e mi entusiasma. Alle 14 mi fermo: ho fame. Sono arrivato a Senj e trovo un piccolo bar davanti al mare: mangio cevapcici col sottofondo di una musica balcanica …bellissimo. Riparto e vado a prendere una autostrada nuovissima che mi porterà fino a Split: non mi interessa fare il turista, voglio solo andare sulla moto e arrivare il più vicino possibile all’Albania …e poi queste coste le ho già perlustrate tutte 20 anni fa con un piccolo camperino e la Giulia che aveva 2 anni. Arrivo alle 6 a Split: sono stanco e mi fanno male le orecchie nel casco … appena trovo una camera sul mare mi fermo. Ma seguendo le indicazioni per Dubrovnik la strada mi porta all’interno : sono stanchissimo ma determinato a dormire sul mare. La strada è bellissima e con curve dolcissime: cerco di gustarmi ogni curva. Mi ripeto un ritornello che ho inventato per scacciare la stanchezza “Eh no. caro Luigi,. l’hai voluto tu questo viaggio e ora ti godi ogni curva”. Dopo un esaltante discesa sul mare a Brela mi fermo a Boska Voda: trovo camera al primo tentativo. Una stanza luminosissima in una casa sul mare nel centro della passeggiata a 15 euro: in più nel cortile una bmw 650 gs gialla come la mia, che è del figlio della proprietaria. Sono le 19 e faccio in tempo a fare un bagno in mare, poi mi sdraio sulla spiaggia e mi addormento. Mi risveglio al suono delle campane che indicano le 20: una doccia e una breve passeggiata fino a un ristorante ; lì, seduto in attesa di una zuppa di pesce, sento per la prima volta la malinconia di essere solo. Vorrei avere qualcuno accanto con cui dividere questa esperienza bellissima e con cui rilassarmi. Mando un po’ di sms.
SABATO 27 MAGGIO 06
BOSKA VODA (Croazia) – DURAZZO (Albania) KM 520
Parto alle 8, 30 dopo un buona colazione. Il tempo è sempre bellissimo e c’è una pace nell’aria ;mi rendo conto che ancora i turisti sono pochi e questo rende tutto più magico. La strada fino a Dubrovnik è splendida e sembra fatta apposta per le moto: curve veloci a picco sul mare. Incrocio parecchi motociclisti stranieri: tutti mi salutano, io ricambio. Noto che sono tutti in gruppi più o meno numerosi ; quando passa una moto da sola c’è una coppia sopra: evidentemente non deve essere facile per nessuno partire da solo, ma io sento che sto bene e mi sento libero come non mai. A Dubrovnik decido di fermarmi solo per fare qualche foto dall’alto: non mi interessa fare il turista, la città me la ricordo nonostante i 20 anni passati, e poi non voglio separarmi dalla moto. Rallentando mi accorgo che c’è un rumore strano: accidenti, eccoci al guasto e io non ci capisco niente. Il motore non può essere, quando dò gas canta bene… fa rumore quando rilascio la manopola del gas. Mi fermo e incomincio a guardare il motore: ecco il problema, è la maledetta catena che si è così allentata da strusciare sul fondo. Un problema stupido che io non sono capace di risolvere: cerco aiuto e alla fine, dopo 1 ora, un automobilista mi fa vedere come si fa. Ora ho imparato ma mi riprometto che quando tornerò chiederò al mio meccanico di insegnarmi l’abc, perché ho capito che per viaggiare in moto non basta saperla guidare. Riparto sollevato e deciso ad arrivare in Albania entro sera. Entro in Montenegro e mi chiedono per la prima volta il passaporto. Sulla carta il tratto nel Montenegro sembra breve ma quello che sembrava un piccolo golfo si rivela un infinito fiordo norvegese: a Perast, nel fiordo, mi fermo perché ho fame e sono stanco. Mangio un pezzo salato e della frutta: non ho voglia di sedermi a un tavolo perché voglio ripartire. Mi fermo poco dopo per l’ennesimo rifornimento:
il benzinaio mi chiede dove vado e alla mia risposta urla tra lo spaventato e il divertito “Albaniaaaa!”…che avrà voluto dire. Mi rendo conto che da quando sono entrato in Montenegro non ho più visto motociclisti ed anche i turisti sono più rari. A Ulcinj, ultimo paese prima dell’Albania, cerco indicazioni per la frontiera, ma non ce ne sono ; chiedo e mi indicano una strada che in breve inizia a entrare nell’entroterra, in un saliscendi boscoso. La strada si restringe sempre di più e non ci sono cartelli: non posso credere che quello sia il collegamento tra 2 stati e appena incontro qualcuno chiedo “Albania” e tutti mi sorridono e fanno cenno di andare avanti. Dopo 30 km di stradello nei campi arriva, senza nessuna indicazione, la frontiera: una sbarra abbassata e 2 box per lato. Non riesco a credere che quella sia una dogana: il doganiere guarda i documenti e chiamandomi Luigi mi fa entrare in un box: due giovani in borghese mi guardano ridacchiando e mi chiedono 55 euro per l’assicurazione (la carta verde non è valida); mi sembra troppo (purtroppo nelle mie ricerche su internet e all’ACI non ero riuscito a sapere quanto costava) e gli dico convinto, che in Italia mi avevano confermato che costava molto meno. Il bluff funziona e uno dei giovani mi dice che con la moto pago 25 euro: ok, ci hanno provato. Entro nel secondo box ed il funzionario mi chiede 10 euro per il visto. Dopo 40 minuti di procedure saluto e entro in Albania. Sono euforico.
L’impatto con l’Albania è forte:
devo fare lo slalom tra mucche, biciclette e decine di bambini in costume; molti mi salutano, tutti sorridono al mio passaggio (non mi sembra proprio un paese pericoloso come tutti dicevano). Sono affascinato e per un attimo mi sembra di essere in India. Ad un certo punto leggo un vecchio cartello stradale che indica Istanbul 1000 km…cosa? Ma dove sono finito! Continuo a guidare lentissimo seguendo il mare fino a che la strada finisce … maledizione, non c’è un cartello; chiedo informazione e mi dicono che devo tornare indietro per 8 km. Non ci voleva, perderò almeno ½ ora e sono ancora lontano da Durazzo. Ritorno all’incrocio sbagliato e non capisco dove andare: mi indicano un ponte fatto di assi di legno … incredibile. Arriva una strada vera e veloce e mi sento arrivato. Sbagliato: mai illudersi sulle strade in Albania, ad un tratto veloce e ben asfaltato ne corrisponde un altro sterrato e con buche; e così mi ritrovo su una strada in costruzione con buche che sembrano voragini, spesso allagate. Vado pianissimo, facendo lo slalom tra i camion e a ogni buca controllo con lo specchietto il bauletto posteriore ; c’e un polverone pazzesco e io sono esaltato: mi sembra di essere in Africa. Sono anche contento perché mi rendo conto di aver comprato la moto giusta per questi viaggi. La strada in costruzione dura almeno 10 km e quando mi ritrovo sull’asfalto tiro un sospiro di sollievo. Arrivo a Durazzo che sono le 19, 30 e mi dirigo verso il mare: lungo la spiaggia ci sono numerosi alberghi, di cui la metà in costruzione. Ne scelgo uno a caso ma quando mi dicono che non c’è il garage vorrei cambiare “No problema, la guardiamo noi” …mi fido e salgo su.
DOMENICA 28 MAGGIO 06
DURAZZO- SARANDE – CORFU’ (Grecia) KM 251
La moto c’è ancora. Voglio arrivare a Valona (Vlore) e poi imbarcarmi per Brindisi sulla rotta dei poveri disperati espatriati dagli scafisti. La strada per Vlore è abbastanza buona e in 2 ore sono già al porto, dove mi aspetta una brutta sorpresa: la domenica niente traghetti per Brindisi. Pensavo di essere alla fine dell’avventura e invece non so come tornare in Italia: ho 2 possibilità , o tornare a Durres dove ogni sera partono i traghetti oppure andare avanti fino all’estremo sud dell’Albania, a Sarande, dove c’è un traghetto solo passeggeri per Corfu’, che non so se prenderà anche le moto. La strada per Durres è veloce, sicura ma gia’ fatta, la strada per Sarande è lunga e imprevista ; quindi vado a Sarande. Benedetta sosta domenicale dei traghetti: mi ritrovo su una strada pazzesca in un ambiente naturale bellissimo; 130 km tra le montagne, con scorci favolosi su un mare limpidissimo.
Almeno 60 km sono su strada sterrata con buche enormi e devo fare attenzione alle numerose corriere che arrancano in direzione opposta ; ci vogliono 3 ore e ½ ad arrivare a Sarande. Al porto mi assicurano che trasportano anche le moto: che bello! Ho fatto tutta l’Albania e adesso vado anche a Corfù. Ho tempo per mangiare e rilassarmi ; sul traghetto il giovanissimo comandante albanese mi invita a stare con lui in cabina di pilotaggio. Tutti gli albanesi parlano un po’ di italiano e quando ne incontrano uno sono molto cordiali e loquaci.
La navigazione è piacevole, ma quando arriviamo a Corfù veniamo accolti da un addetto alla disinfestazione, che ci spruzza un disinfettante sulle scarpe e sulle ruote della moto: mi sembra umiliante e in qualche modo razzista da parte dei greci nei confronti degli albanesi. La prima nave per Brindisi parte alle 00. 45 e sono le 18: vado al mare, faccio il bagno e mi addormento sul molo. La sera cena greca con mussaka e passaggio di bar in bar fino ad una panchina nel porto dove mi riaddormento fino alla partenza della nave.
LUNEDI 29 MAGGIO 06
BRINDISI-S: DONATO IN COLLINA KM 850
La nave arriva a Brindisi alle 6, 30. Il viaggio fino a Firenze è lungo ma fatto già mille volte, sempre in giro per l’Italia con il furgone a fare spettacoli. Così il mio corpo guida e la mia mente è percorsa da mille pensieri e sensazioni: mi sembra di essere in un sogno, in volo intorno al mare adriatico; è stato tutto così bello e così facile. Mi rendo conto di essere stato fortunato, e che non tutti i viaggi possono scivolare così semplicemente: non è successo niente alla moto, non sono mai caduto, non è mai piovuto, non mi ha fatto male la schiena, nè la testa, né lo stomaco. Mi sento sereno come non mai e forte come un guerriero a cavallo del suo destriero. Mi chiedo come mai non sono partito prima, e sono altresì convinto che questo è solo il primo dei giri che sognavo … e già la mia mente corre intorno ad altre coste e verso altre frontiere.
NOTE TECNICHE
- KM percorsi: 2.546
- Paesi attraversati: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania, Grecia
- Documenti: passaporto per Albania e Montenegro, assicurazione veicolo e visto per l’Albania alla frontiera.
- Spesa: benzina, autostrade, vitto, pernottamenti, navi, assicurazione e visto 450 euro circa.
- Valuta: ovunque accettano gli euro (il resto a volte in moneta locale a volte in euro).
- Strade: autostrade in Italia e in Croazia, buone strade asfaltate fino in Albania, dove vi sono lunghi tratti sterrati.
- Moto: BMW GS 650 – in Albania consigliata una moto da entrofuoristrada.
- Photo: Sorry !!! Avevo solo il cellulare.